La sua origine, costruzione, datazione, utilizzo ancora avvolte nel mistero per la maggior parte dei ricercatori, la Grande Piramide, unica delle sette meraviglie antiche ad essere rimaste in piedi, non smette di affascinare ed alimentare dibattiti.
Uno dei dati più controversi è la codifica della velocità della luce in metri al secondo, ovvero il valore di 299, 792, 458
Tale valore si ottiene in due modi:
Entrambi i dati sono facilmente verificabili.
Tralasciando quelle delle mere coincidenze, la critica da parte degli scettici più fondata è che l’ unità di misura del metro non aveva senso per gli antichi egizi in quanto stabilita dall’ accademia delle scienze francese intorno al 1785 ed in maniera arbitraria come 1/10 000 000 del quarto di meridiano che passava per Parigi. A questo i sostenitori della volontarietà dell’ inserimento di questi numeri nelle misure della piramide, ribattono invece che possa essere stato invece il metro a derivare da antiche forme di misurazione passate dalle scuole misteriche ed inserite come standard.
Non dimentichiamoci che in quegli anni si stavano formando gli Stati Uniti d’ America i cui padri fondatori erano per la maggior parte massoni. La stessa presenza di tali figure in Europa avrebbe potuto facilmente portare le persone giuste con le conoscenze giuste nella posizione di far valere una certa decisione piuttosto che un’ altra. Ma se qui siamo nel campo della speculazione.
Non è speculazione invece pensare che il metro sia stato conosciuto dagli egizi come dagli scienziati moderni in quanto è in realtà collegata alla misurazione del nostro pianeta. Infatti il diametro polare della Terra è 10 000 volte la radice quadrata della proporzione aurea 1,618 espressa in KM!!!!
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